Lo scenario di Gardaland, famoso parco divertimenti dove la manutenzione è tutto fuorché un gioco, ha ospitato l’evento Maintenace stories HomeComing, organizzato da A.I.MAN. – Associazione Italiana Manutenzione.
La manifestazione ha raccolto le testimonianze di eccellenze nazionali e internazionali rispetto ai metodi per la gestione del processo manutentivo, l’evoluzione dei modelli organizzativi della manutenzione, l’impatto della digitalizzazione.
In questa occasione, l’Ing. Riccardo Baldelli, CEO di Ricam Group e Coordinatore della Sezione Manutenzione e Infrastrutture di A.I.MAN. – già ospite dell’edizione 2019 della manifestazione -, ha portato il suo contributo riguardante l’universo delle infrastrutture alla community italiana della manutenzione che quest’anno ha riunito oltre 300 professionisti.
Nel video qui sotto: una breve intervista all’Ing. Riccardo Baldelli, in occasione dell’evento.
Cos’è la manutenzione
Secondo la norma UNI 13306:2018, la manutenzione si esplicita nella combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali poste in essere durante il ciclo di vita di un’entità – sia essa, in campo edile, una struttura, infrastruttura o un edificio – e destinate a mantenere o riportare l’asset in uno stato che gli consenta di svolgere la funzione richiesta.
In ambito aziendale, questo concetto si sposa a quello di business continuity management che possiamo definire come l’insieme dei processi atti a individuare le minacce potenziali per un’organizzazione e finalizzati a delineare i processi necessari per assicurare la resilienza della struttura stessa al verificarsi di condizioni avverse che possono inficiarne la capacità produttiva e l’operatività in senso stretto, senza dimenticare l’immagine aziendale.
La manutenzione strutturale e la business continuity sono strategiche e propedeutiche alla corretta valutazione degli asset aziendali.
Ridurre il rischio di un possibile deficit strutturale irreversibile è possibile.
Come? Investigando la resistenza residua dei materiali, monitorandone il degrado, definendo eventuali allerte sulla base di audit pianificati nel tempo. Per fare questo è necessario essere in grado di gestire tre compiti ben precisi:
- valutare lo “status” attuale della struttura,
- identificare il tipo di manutenzione da effettuare,
- sviluppare una procedura interna per il monitoraggio nel tempo.
A seconda dello scopo per cui sono svolte, gli interventi di manutenzione possono essere classificati in due principali tipi (norma UNI 11063:2017):
- manutenzione ordinaria
- manutenzione straordinaria
Cos’è la manutenzione ordinaria
Una corretta manutenzione ordinaria è un modo per risparmiare e conservare il valore del bene immobile.
La manutenzione ordinaria si riferisce a interventi edilizi che riguardano opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e opere necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti.
Quando si parla di finiture si fa riferimento a parti di elementi strutturali o tecnologici che è possibile sostituire e rinnovare senza dover ricorrere al rimpiazzo dell’intero elemento strutturale o tecnologico; mentre per “integrazione di impianti tecnologici esistenti” si intende anche l’ammodernamento di impianti esistenti e l’aggiunta di componenti tecnologiche all’interno degli stessi (tuttavia, non è compresa la destinazione ex-novo di vani per ospitare servizi igienici o impianti tecnologici).
Alcuni esempi di opere di manutenzione ordinaria di edifici?
- Opere interne, ovvero riparazione o rinnovamento o sostituzione di:
- intonaci,
- rivestimenti,
- infissi,
- serramenti,
- controsoffitti,
- pavimenti,
- apparecchi sanitari,
- canne fumarie e di ventilazione,
oppure l’aggiunta di nuovi apparecchi sanitari in bagni esistenti.
- Opere esterne che consistono nella riparazione e sostituzione (senza alterazione delle caratteristiche, posizioni, forme e colori preesistenti) di:
- intonaci,
- rivestimenti,
- serramenti,
- manti di copertura,
- impermeabilizzazioni,
- guaine,
- grondaie,
- cornicioni.
Cos’è la manutenzione straordinaria
In generale, potremmo definire gli interventi di manutenzione straordinaria come quelli da effettuarsi quando ormai “è troppo tardi”.
Gli interventi di manutenzione straordinaria concernono le opere e le modifiche utili al rinnovo o alla sostituzione di parti anche strutturali degli edifici esistenti e la realizzazione ed integrazione dei servizi igienico-sanitari e tecnologici, purché non alterino volumi e superfici delle unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d’uso.
Di seguito alcuni esempi di manutenzione straordinaria di edifici.
- Opere interne che vedono il consolidamento delle strutture portanti interne:
- opere di sottomurazione,
- deumidificazione,
- sostituzione di solai,
- apertura e chiusura di porte,
- creazione, eliminazione o modificazione di partizioni verticali interne, di locali per servizi igienici e tecnologici,
- rifacimento di collegamenti verticali interni a una singola unità immobiliare,
- dotazione di nuovi impianti.
- Opere esterne, già descritte per gli interventi di manutenzione ordinaria – quando non sono già preesistenti – oppure comportano modifiche delle caratteristiche, posizioni, forme e colori degli asset preesistenti. Ad esempio:
- opere di sostegno e di contenimento,
- consolidamento di strutture portanti perimetrali e coperture,
- adeguamento dello spessore e delle caratteristiche di strutture portanti e coperture alle esigenze di isolamento,
- sostituzione (senza modifiche geometriche) della struttura portante della copertura.
Manutenzione: stato dell’arte delle strutture italiane
Nello scenario italiano, seppure le strutture industriali abbiano spesso una storia importante alle spalle, la manutenzione è troppo spesso sottovalutata.
Circa il 76% del patrimonio edilizio italiano è stato concepito e realizzato prima del 1980. Senza contare che in Italia non è insolito che le strutture vengano modificate in modo non razionale, cambiandone destinazione d’uso, aggiungendo carichi, soppalchi, impianti ed attrezzature, molte volte senza un vero e proprio controllo e trascurando il rispetto delle normative di settore e l’osservanza dei parametri tecnici di sicurezza minimi.
Inoltre, nell’ultimo decennio la cultura progettuale italiana è incappata in numerosi errori. Il più grave? La mancata considerazione dell’azione sismica … in uno dei territori a maggiore sismicità a livello europeo.
Nel mondo degli impianti, specie se di produzione, la manutenzione è tenuta in grande considerazione perché percepita come fonte di crescita e di guadagno per l’azienda. Per gli edifici, al contrario, la manutenzione è vista come un obbligo da schivare il più a lungo possibile in quanto difficile e costosa. Questo meccanismo di procrastinazione continua porta troppo spesso a costi gravissimi, misurabili in termini di vite umane.
È importante sensibilizzare l’opinione pubblica: quando si parla di manutenzione, l’approccio del “poco ma spesso” è fondamentale. Meglio puntare su una corretta manutenzione ordinaria dell’edificio ed attenuare gli interventi straordinari per allungare la vita dell’edificio o del bene.
Ogni edificio, soprattutto i più datati e quelli destinati ad ospitare insediamenti produttivi, dovrebbero essere dotati di un piano di manutenzione e monitoraggio affidato a tecnici esperti, ingegneri civili e strutturisti, in grado di indicare gli interventi necessari per prevenire e curare i problemi.
Per dirla con le parole dell’Ing. Riccardo Baldelli “la manutenzione diventa strategica e performante nel momento in cui si protende alla qualità della propria struttura e realtà produttiva industriale”. La manutenzione è necessaria così come è necessario creare una vera e propria cultura della manutenzione, “formando e informando le persone, ovviamente a gradi differenti, in base al ruolo in azienda”.
“Per troppi anni il patrimonio edilizio industriale italiano è stato abbandonato a sé stesso. Similmente a quanto già previsto per gli impianti di produzione, anche per le strutture civili è necessaria la presenza di un piano di monitoraggio e manutenzione che permetta di eseguire interventi costanti nel tempo e di lieve impatto economico, per evitare gravi interventi di ristrutturazione, spesso di entità molto elevata, che gravano sulle tasche degli imprenditori”.
L’obiettivo a cui tendere? Allungare la vita media dell’edificio, redigendo la stesura del piano di manutenzione, senza impegnarsi in interventi imprevisti e economicamente poco sostenibili.
L’iter di manutenzione in Ricam Group
Ricam Group, azienda operante nel settore dell’ingegneria strutturale a trecentosessanta gradi ed eccellenza italiana nelle fasi di progettazione ed esecuzione, ha procedure precise per seguire l’iter di manutenzione di strutture e infrastrutture per le aziende clienti.
- Diagnosi
Appartengono alla prima fase tutti i lavori utili alla analisi di valutazione preliminari:
- rilievo 3D con laser scanner;
- prove non invasive e valutazione di vulnerabilità;
- simulazione ad elementi finiti;
- database degli asset.
- Programmazione
Nella seconda fase, anch’essa indispensabile alla messa in pista di un intervento su misura ed efficace, vengono approfonditi punti nodali:
- valutazione dei rischi operativi;
- valutazione della continuità operativa;
- sistema di supporto;
- definizione del programma di manutenzione.
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- Implementazione
Il terzo step di realizzazione dell’intervento da parte di Ricam, vede un ulteriore servizio di assistenza e concreto ausilio all’azienda cliente:
- supporto alla definizione delle gare d’appalto;
- supporto al management;
- monitoraggio;
- supporto all’attività di certificazione.