
Nellâarticolo apparso sulla Rivista âAimanâ â Manutenzione & Asset Management, Alessandro e Riccardo Baldelli, da anni operativi nel mondo dellâedilizia, della progettazione strutturale e della manutenzione, hanno esposto come l’ingegneria della sicurezza antincendio, la Fire Safety Engineering, possa trasformare l’incendio a misura dell’impresa.
Prevenzione incendi: la messa in sicurezza degli edifici
Manutenzione straordinaria degli edifici in campo antincendio: quanto mi costa? Con la Fire Safety Engineering ora si puÃē spendere meno. Gli imprenditori sborsano sempre piÃđ spesso somme ingenti per adeguare i propri edifici alla sicurezza antincendio, per ottenere quello che un tempo era noto come âCertificato di Prevenzione Incendiâ. In una rubrica che tratta il mondo della manutenzione delle infrastrutture civili, il tema dellâantincendio non poteva mancare. La questione di principale interesse, considerati gli ingenti risvolti economici, riguarda le opere di adeguamento e manutenzione in occasione di cambi di destinazione dâuso per attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Il patrimonio edilizio italiano in ambito produttivo – come spesso ripetiamo in questa rubrica – ÃĻ vetusto, e risale in gran parte agli ultimi decenni del secolo scorso. Il ruolo dei consulenti antincendio ÃĻ quello di indicare ai datori di lavoro le opere di adeguamento necessarie alla messa in sicurezza dei luoghi, e al rispetto delle normative in campo antincendio.
Normativa antincendio, poco amata perchÃĐ costosa e prescrittiva
Semplificando allâestremo, gli interventi sono ascrivibili a tre categorie: quelli che riguardano lâedificio, la resistenza al fuoco e il sistema di esodo; quelli che riguardano gli impianti di protezione attiva, gli idranti o i sistemi di rivelazione; e gli interventi che riguardano la gestione della sicurezza, in termini di addetti antincendio e piani di evacuazione. Lâantincendio ÃĻ tradizionalmente un ambito poco amato dagli imprenditori, perchÃĐ gli investimenti necessari per perseguirlo sono intesi come meri gabelli richiesti dai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco. Tali gabelli, nella mentalità comune, sono legati allâottemperanza di oscure normative prescrittive, che generalizzano in modo un poâ approssimativo le problematiche di sicurezza, senza calarsi a sufficienza nelle singole realtà produttive. Per esperienza personale, nellâattività professionale quotidiana capita che i datori di lavori percepiscano gli investimenti in sicurezza antincendio come esborsi senza ritorno diretto, come dei costi puri. à difficile allâocchio meno esperto apprezzare il reale guadagno ottenibile da un sistema di rivelazione e allarme efficiente o da una compartimentazione antincendio â il famoso muro tagliafuoco – realizzata a regola dâarte. La generale antipatia legata allâantincendio ÃĻ quindi da correlarsi agli elevati costi ad essa connessi. Acquistare a âscatola chiusaâ un capannone degli anni Ottanta per insediarvi un deposito di materiale plastico o di tessuti, puÃē celare un rischio economico molto elevato per lâimprenditore incauto. I costruttori di edifici prefabbricati degli anni Ottanta e Novanta non curavano molto la resistenza al fuoco delle strutture, che nella maggior parte dei casi si limitava a non piÃđ di 30 minuti di incendio standard. Adeguare una struttura di questo tipo ad attività con elevato carico di incendio significa porre in opera protezioni di pilastri, travi, tegoli e murature che ne incrementino la resistenza al fuoco. Vi sono le vernici intumescenti, gli intonaci, le protezioni con lastre in gesso silicato. Qualsiasi intervento si individui, a causa delle notevoli superfici da trattare, gli esborsi sempre elevati. Anche nellâambito dellâadeguamento dei percorsi dâesodo â vie di fuga troppo lunghe o assenti del tutto – gli interventi correttivi sono spesso gravosi. Analoghe considerazioni valgono per la suddivisione interna degli edifici in âcompartimenti antincendioâ, che rappresentano quelle suddivisioni dellâedificio in grado di impedire il passaggio dellâincendio da una parte allâaltra, per un determinato periodo di tempo. Insediare attività ad alto affollamento, come spacci o rivendite aziendali in edifici datati, implica grandi investimenti. Tali costi restano celati fino ad acquisto già concluso, quando ormai ÃĻ tardi. A questo punto gli imprenditori piÃđ coscienziosi decidono di aprire il portafogli adeguandosi a malincuore alle prescrizioni normative. Troppo spesso il buon vecchio âCertificato di prevenzione incendiâ resta tuttavia un miraggio. Non ÃĻ un segreto che molte aziende operino da anni sul nostro territorio senza le autorizzazioni antincendio necessarie. La normativa antincendio ÃĻ stata per decine di anni di tipo tassativamente prescrittivo. Il normatore ha tradizionalmente imposto centinaia di indicazioni specifiche contenute in normative molto rigide. I consulenti si sono limitati a selezionare la corretta normativa da applicare, riassumere le prescrizioni in essa contenuta, imporre agli imprenditori unâapplicazione pedissequa senza possibilità di replica. Autorimessa aziendale? Le strutture portanti devono resistere novanta minuti allâincendio e i percorsi dâesodo devono avere lunghezza massima di 40 metri. Deposito di sostanze infiammabili? à necessaria una distanza di sicurezza fissa in funzione del tipo di deposito e unâaerazione permanente.

Un nuovo strumento, la Fire Safety Engineering
Le normative, anche quelle moderne, adottano coefficienti di sicurezza molto elevati, che si traducono in spese maggiorate per gli imprenditori. Fino a qualche anno fa, lâimpossibilità a ottemperare tali prescrizioni si trasformava in formali richieste di deroga, caratterizzate da iter burocratici complicati e di durata elevata. Da qualche anno, tuttavia, consulenti e datori di lavoro dispongono di una nuova e potente freccia al loro arco: la Fire Safety Engineering, lâingegneria della sicurezza antincendio. Con lâentrata in vigore del Codice di Prevenzione Incendi, nel 2015, il mondo dellâantincendio ÃĻ mutato in modo permanente. AnzichÃĐ ricorrere a procedimenti di deroga, ÃĻ ora possibile utilizzare soluzioni âalternativeâ, che presuppongono calcoli di sicurezza piÃđ o meno complessi e che, se il risultato lo consente, permettono di adottare soluzioni molto piÃđ flessibili ed economiche di quelle âconformiâ. Questo approccio ÃĻ chiamato prestazionale, e si contrappone a quello classico di tipo prescrittivo.
Quando lâadeguamento di un fabbricato allâincendio âstandardâ ÃĻ troppo oneroso, ÃĻ possibile effettuare simulazioni reali dellâincendio, che stimino le reali temperature agenti sulle strutture, in modo da dimensionare lâintervento protettivo in modo sartoriale sullâedificio. AltresÃŽ ÃĻ possibile simulare il comportamento del fuoco stimando la reale persistenza delle condizioni di sopravvivenza in termini di irraggiamento termico, temperature e livello dei fumi. Qualora la persistenza delle condizioni di sopravvivenza sia superiore al tempo necessario agli occupanti per mettersi in salvo, lâobiettivo del progetto ÃĻ raggiunto. Tutto ciÃē si tramuta in grandi risparmi in termini di investimento. à possibile dimostrare, ad esempio, che la realizzazione di una scala esterna metallica per lâesodo alternativo da un edificio storico sia, in alcuni casi, superfluo. I calcoli necessari alle verifiche spaziano da qualche riga gestibile con un foglio excel a complicate simulazioni di fluidodinamica computazionale, con enormi potenze di elaborazione in gioco. I professionisti antincendio devono essere formati e preparati, perchÃĐ il mondo della fisica tecnica e della chimica dellâincendio ÃĻ molto complesso. La probabilità di ottenere risultati errati da una simulazione, a causa di input non corretti, ÃĻ molto elevata. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, se la simulazione ÃĻ bene eseguita, il risultato ÃĻ assicurato, perchÃĐ lâincendio reale o ânaturaleâ ÃĻ molto spesso meno gravoso di quello standard o ânominaleâ imposto nelle norme prescrittive di carattere
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